LE INCHIESTE DEL PUGLIARES (N° 4)
LA VERA STORIA DEL NO DELLA RAGGI A ROMA 2024
Ancora
una volta ci hanno preso in giro nascondendoci la verità.
Ormai lo sapete, non riesco ad accostarmi a qualsiasi notizia senza che quest’ultima
susciti dubbi sulla sua veridicità. Certo non ho il tempo di indagare su tutto
ma quando ho ascoltato il No della sindaca Raggi sulla candidatura olimpica
romana, le mie antenne si sono drizzate.
Così il vostro giornalista d’assalto è partito, come sempre, alla ricerca della
verità.
Il volo Catania - Roma è stato davvero complicato. Non sanno più che inventarsi
per mettermi i bastoni tra le ruote (che poi io non ho le ruote ma i piedi alla
fine delle gambe). Un evidente complotto per impedirmi di conoscere tutta la
verità sulla vicenda.
Appena arrivato nell'aeroporto di Catania, sono stato perquisito 2345 volte da
tutti i poliziotti che, per l’occasione, erano convenuti lì da tutta l’Italia.
Anche i cani antidroga mi hanno perquisito trovando le mie bustine di origano
siciliano doc che volevo portare ad un mio amico romano.
“Motivi di sicurezza” hanno detto. “Lei ha una barba troppo lunga per non
essere un terrorista islamico” hanno detto. E con questa scusa mi hanno palpato
in 2345 (4690 mani).
Naturalmente non avevo alcuna bomba con me, a parte le 2345 bombe alla crema
che avevo portato con me per fare merenda in aereo. Era tutta una scusa per far
sparire le prove dell’inganno perpetrato agli italiani.
Finalmente riesco a partire con 10 ore di ritardo con l’aereo di Renzuccio che
nel frattempo avevo chiamato per farmelo prestare. Certe amicizie, a
volte, sono utili. Solamente non ho capito perché ha voluto 80 euro per l’affitto
dell’aereo.
Arrivo a Roma Ciampino stanchissimo e debilitato (non avevo fatto merenda) ma
niente e nessuno poteva fermarmi.
Stessa storia come a Catania. Altri 2345 (4690 mani) palpeggiamenti (sempre con
la scusa della barba). Hanno trovato solamente il pezzo di carta dove c’era
scritto un numero di 10 cifre. L’aeroporto è stato messo in stato di allerta
rosso, mentre cercavano di capire di quale codice segreto potesse trattarsi. In
realtà era solo il numero di cellulare di Giulia, una hostess che avevo conosciuto
in volo e con la quale avevo fatto amicizia.
Altre ore… e finalmente sono riuscito a raggiungere l’albergo “Colosseo” che
avevo prenotato. Un albergo un po’ Vintage ma di gran classe. Peccato fosse
senza finestre, tanto che la mattina dopo mi sono svegliato con un raffreddore
pazzesco.
Il sole era già alto nel cielo. Avevo bisogno di energia per la ricerca che mi
attendeva e così ho fatto colazione con 33 chili di coda alla vaccinara, che
come la fanno a Roma…
Ventiquattrore di ricerche, appostamenti, microspie piazzate a destra e a
manca. Dopo solo un giorno avevo scoperto la verità.
Era già arrivato il momento di tornare in Sicilia e nessuno ha osato
disturbarmi questa volta: ormai sapevo tutto.
È stata tutta una questione d’affetto nei miei confronti. Ho la registrazione
della sindaca Raggi che dice queste testuali parole: “Fino a quando non
inseriranno tra le discipline olimpiche il rimpinzarsi di bombe alla crema non
potrò mai essere d’accordo per un’olimpiade in Italia". Continuano a
bistrattare questo sport perché c’è un complotto contro il mio amico Matteo che
vincerebbe l’oro ogni volta e fino all’ultimo giorno della sua vita. Altro che
quella schiappa di Bolt (non il detersivo ndr).”
Ecco svelato il mistero. Ecco rivelato l’arcano segreto. L’amicizia viene prima
anche delle Olimpiadi.
Alla prossima inchiesta cari amici e che la bomba alla crema sia con voi.
(Matteo Pugliares)