martedì 18 ottobre 2016

Le interviste (7) - Daniela Monreale (poetessa)

LE INTERVISTE (7)
DANIELA MONREALE
(intervista a cura di Matteo Pugliares)


Oggi  sono in compagnia di Daniela Monreale, autrice di “FRAGILITÀ DEL SILENZIO” pubblicato da Joker Edizioni.
Ciao Daniela, benvenuta nel mio blog. Ti va di presentarti?
Ciao Matteo, grazie di avermi invitata. Sono nata a Palermo nel 1963 e dal 1998 risiedo in Toscana. Attualmente vivo in un comune del Valdarno fiorentino. Dopo gli studi classici, mi sono diplomata all'Accademia di Belle Arti di Palermo e parecchi anni dopo mi sono laureata in Scienze Bibliche e Teologiche presso la Facoltà valdese di Teologia a Roma, con una tesi su arte e Bibbia. Qualche anno fa ho conseguito anche un master in Orientamento professionale all'Università Telematica Unipegaso di Napoli e infine il Diploma di Esperta in metodologie autobiografiche presso la Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari. Per quanto riguarda invece la mia attività lavorativa, dopo aver lavorato presso le Università di Palermo, di Roma Tre e di Firenze, adesso lavoro presso il Comune di Montevarchi. Nel settore culturale e letterario ho pubblicato vari libri di poesia  e qualche saggio; inoltre ho collaborato con molte riviste letterarie e continuo a collaborare con qualche testata culturale con recensioni e articoli di critica letteraria. Ho poi svolto corsi di formazione per coach professionista, counselor e altre discipline affini, prediligendo la scrittura e la letteratura come strumenti espressivi per la crescita personale. Da pochi anni mi dedico infatti a progetti formativi di scrittura autobiografica, biblioterapia e poesiaterapia, conducendo seminari e corsi. Recentemente ho ideato e diretto un corso di poesiaterapia per  la Libera Università del Valdarno, con cui ho in cantiere un nuovo corso per il 2017.

Ci parli del tuo libro di poesie “Fragilità del silenzio”?
E' una raccolta (con postfazione di Armando Saveriano e bandella critica di Sandro Montalto, che qui ringrazio) che racchiude poesie degli ultimi tre anni, con venature riflessive e malinconiche, che però consentono aperture alla gioia e allo stupore, ma attraverso un canale dimesso, quelle delle piccole cose. C'è una dimensione creaturale che, letta nel suo versante più espansivo, mira alla valorizzazione del fragile, del minimo, mentre nel suo versante più chiuso e pessimista racconta la fatica del vivere. Il silenzio è poi la cifra che accompagna il mio vivere, anche quotidiano, perché è una dimensione che amo molto e che purtroppo nella vita moderna è difficile da raggiungere. Ma è anche simbolo di un vuoto benefico in cui tutto il “clamore” (interiore ed esteriore) viene azzerato, in cui la vanità del chiacchiericcio e dello stridore vengono resettati, per far posto a un intento contemplativo che possa ricostruire un senso esistenziale. Sicuramente è la mia raccolta, tra quelle pubblicate, in cui tale tensione contemplativa è più forte e significativa.

Come e quando è nata la tua passione per la poesia?
Molto presto, diciamo già con i primi approcci alla lettura. Il mondo della poesia mi ha subito attratto per un non so che di misterioso che mi generava immagini interiori molto intense. La prima poesia però la scrissi per un evento molto triste: fu quando morì di cancro una mia compagna di scuola, avevo tredici anni.  Il dolore per questo fatto tragico mi portò a scrivere – dettata da un bisogno fortissimo di scrittura -  la mia prima poesia.

Viviamo in un paese, l’Italia, sempre agli ultimi posti in Europa per numero di lettori. Cosa potrebbe essere utile, a tuo parere, per incentivare la lettura?
Lo stimolo dovrebbe partire dalle famiglie, che dovrebbero suggerire la lettura di libri ai propri figli e disincentivare l'uso dei giochi elettronici. Come strategie istituzionali, sarebbe utile attivare un programma articolato di iniziative per rendere accattivante l'esercizio della lettura, magari con una serie di pubblicazioni a prezzo “popolare”, conferenze, più fiere del libro, collegamento con altri “veicoli” di piacere estetico, come l'arte, il teatro, la gastronomia. Di idee ce ne sarebbero a bizzeffe, ma ritengo che ci sia poca voglia di investire sulla lettura, da parte delle istituzioni politiche e delle amministrazioni locali.

Progetti di “scrittura” (poetici o meno) per il futuro? Altri libri vedranno la luce?
Ho una nuova raccolta completa, di brevi poesie incentrate sulla solidarietà e sull'ingiustizia sociale. Per adesso sto provando a “testarla” inviandola a qualche concorso di poesia. E poi ho l'intenzione di dedicarmi anche al racconto e al romanzo. Ho già pubblicato qualche racconto su riviste, ma vorrei realizzare una raccolta da pubblicare in volume. Scrivere un romanzo è un traguardo ancora più impegnativo, ma prima o poi lo scriverò, perché sento adesso il bisogno di una narrazione strutturata, di un racconto che nasca da una costruzione articolata, e non solo da un lampo intuitivo.

Sempre a proposito di scrittura, quali generi preferisci? E quali autori?
Non ho una vera e propria preferenza, tutti i generi sono buoni se risulta buona la scrittura. Riguardo alla poesia, ho una predilezione per gli haiku e per tutte quelle composizioni che si rivolgono al mondo naturale come specchio del proprio io e come scenario per stupori sempre nuovi. Dunque il catalogo dei mie autori prediletti per questo tema diventerebbe lungo: citerò solo Pascoli, Neruda, Tagore... Amo inoltre anche Kavafis, Montale, Baudelaire, Eluard, Hikmet, la Dickinson, e tra i contemporanei Antonella Anedda, Milo De Angelis, Franco Buffoni, Lucio Zinna, Mariangela Gualtieri... Ne aggiungerei ancora altri…

Per gli autori non è sempre facile trovare degli editori che fanno bene il loro lavoro. Ci parli del tuo rapporto con Joker Edizioni?
Sinceramente mi sono trovata molto bene, sono stata accolta nelle mie esigenze e c'è stato un apprezzamento particolare del mio lavoro. Il libro è stato realizzato con una collaborazione molto amichevole e ho apprezzato molto anche l'aspetto grafico del prodotto ultimato, che per me non è un aspetto secondario. Ora siamo all'inizio della fase promozionale del libro, ma sono in progetto varie presentazioni, la prima è stata sabato 24 settembre nel caratteristico borgo di Montegonzi, nel contesto di una rassegna di incontri organizzata dal Comune di Cavriglia, nel Valdarno aretino.

Di là della scrittura, hai altri progetti?
Ho progetti inerenti la mia formazione elencata in apertura, dedicati alla crescita personale, ma che comunque hanno a che fare con la scrittura. E anche la nascita di un'associazione culturale, per valorizzare il ruolo “terapeutico” dell'arte e della letteratura.

Infine, com’è che hai deciso di accettare questa intervista per il mio blog, visto che lo leggono solo i miei amici?
Perché abbiamo una formazione per certi versi comune, perché mi ispiri simpatia, insomma per una sintonia che intravedo, di intenti e di scelte. I tuoi amici, proprio perché tuoi amici, saranno sicuramente dei lettori attenti e curiosi, e dunque sarà piacevole dedicare queste righe anche a loro.

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