venerdì 19 febbraio 2016

Le inchieste del Pugliares (n°3): Sanremo… non è vero che hanno vinto gli Stadio

LE INCHIESTE DEL PUGLIARES (N°3)
SANREMO... NON E' VERO CHE HANNO VINTO GLI STADIO
(nella foto, io travestito da Carlo Conti)


Niente è come sembra… Niente… compreso Sanremo.
Ho fatto credere a tutti che del festival canoro non me ne importasse nulla, ma era tutto un diversivo per non farmi notare. Non l’ho certo visto seduto in poltrona comodamente come avete fatto voi. Il vostro umile cronista d’assalto ha deciso di fare le cose per bene.
Ho accoppato Carlo Conti (detto “stracotto quasi bruciacchiato”) e mi sono sostituito a lui. Certo non è stato facile, ho dovuto perdere tanti chili in poco tempo e ho speso un patrimonio per comprare del colore nero per dipingere la faccia ma ce l’ho fatta.
Ve lo dico subito: Sanremo non l’hanno vinto gli Stadio ma Virginia Raffaele. Semplicemente straordinaria. E chi non è d’accordo, gli do un pugno.
Evito di fare troppi commenti su Nino Frassica, Dolcenera ed Elio perché, lo riconosco, ho dei preconcetti (positivi però) nei loro confronti. Elio e le Storie tese: genialità. Di Dolcenera sono innamorato. Nino Frassica, dopo aver visto il film “Il bi e il ba” (regia di Maurizio Nichetti), per me può fare quello che vuole perché è un mito (e a chi non ha visto il film, gli do un pugno in faccia). E nel caso specifico ha ragione Frassica: a mare si gioca!
Veniamo a quegli str… ehm… strabravi del trio IL VOLO che si permettono di elargire consigli a destra e a manca, dimenticando che a Sanremo c’era gente che calca i palcoscenici dai tempi di Tutankhamon (per esempio Patti Pravo). Meno male che sono sempre in tour in giro per il mondo perché se li incontrassi per strada… un pugno in faccia.
Dopo l’esibizione di Ezio Bosso, commentavo la stessa esibizione con un amico, con le lacrime agli occhi per la commozione. Poi mi sono ricordato che avevo posteggiato l’auto sopra lo scivolo dei disabili (come faccio ogni giorno) e non mi sembrava carino almeno per quella sera. Continuerò ad avere 364 giorni l’anno per fregarmene dei disabili.
E di Cristina d’Avena ne vogliamo parlare? Voi non lo sapete ma dietro le quinte le ho dato un pugno per aver cantato delle sigle di cartoni animati che esistevano prima di lei. Quando guardi un cartone e scopri che hanno cambiato la sigla puoi rimanere traumatizzato. Qualcuno doveva pur dirglielo.
Una delle sere sono andato nel camerino di Gabriello Garko che, dopo aver compreso di non essere capace di fare l’attore, ci ha provato con Sanremo scoprendo la stessa cosa. Era triste e mi sono sentito in dovere di trovargli un lavoro. La settimana prossima comincia a lavorare nell’orto del nostro convento. Per la serie: braccia rubate all’agricoltura.
Tra un cantante e l’altro, tra un ospite e l’altro, nelle mie ricerche sanremesi cosa vengo a scoprire? Che Francesca Michelin, sì parlo della seconda classificata, in realtà si chiama Francesca Vattelappesca. Una famosa marca di pneumatici le ha dato 1 milione di euro per cambiare il cognome e farsi pubblicità. E a chi non mi crede gli do un pugno.
Stavo quasi per dimenticare le canzoni… le ho ascoltate tutte… e, come sempre, a parte due o tre non mi sono piaciute. Avrei voluto commentarle tutte per i 12 lettori del mio blog e continuare a dirvi altro anche sul resto, oltre che sulle canzoni in gara. Il fatto è che mentre scrivo mi sono ricordato che oggi è il compleanno di Fabrizio De Andrè e ho un impellente bisogno di ascoltare almeno un paio di sue canzoni per accarezzare le mie orecchie dopo tanta violenza cui le ho sottoposte.
Vi do appuntamento alle prossime inchieste. Nel frattempo, mando un caro abbraccio a tutti voi… ma anche un pugno.
(Matteo Pugliares)

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