BARBARA BRACCI (POETESSA)
(intervista a cura di Matteo Pugliares)
Oggi,
sono in compagnia di Barbara Bracci, autrice insieme a Costanza Lindi di
“α-vena” pubblicato da Bertoni Editore, che inaugura sul mio blog una serie di
interviste ad autori o editori con cui negli anni sono venuto in contatto.
Ciao Barbara, benvenuta nel mio blog. Ti va di presentarti?
Sono una “ragazza che scrive poesie” e amo molto questa forma d’arte, che
considero la più umile e insieme la più importante di tutte. Sono nata a
Perugia, adoro la mia Umbria: è grazie alle suggestioni dei suoi paesaggi, alle
sue malinconie estive di periferia, che ho scoperto la poesia. Ora, oltre a
scriverla, mi piace raccontarla agli altri, organizzando eventi e curando
prefazioni. Amo entrare nelle parole degli altri autori, amo prendere la poesia
per mano e portarla in mezzo alle persone: è una cosa che mi dà gioia.
Hai scritto a quattro mani con Costanza Lindi “α-vena”. Ce ne parli?
“α-vena” è una raccolta cui tengo molto, un progetto condiviso con Costanza, amica e autrice che stimo. Il titolo fa riferimento alla spiga d’avena, il cui fusto centrale, metaforicamente., è il contenitore di tematiche comuni che via via, a due a due (come due chicchi, appunto), affrontiamo, ognuna col proprio stile e con la propria sensibilità. Ma forse il nucleo centrale sta nel tipo di tematica scelta: i titoli delle poesie si riferiscono infatti, in chiave evolutiva e insieme ciclica, a tutti quegli elementi del mondo minerale, vegetale, animale che apparentemente non hanno una dignità poetica. Ecco, noi abbiamo voluto raccontare la bellezza di una cimice, di un maiale, di un moscerino, del fango. Bellezza intesa come necessità e armonia del tutto. Una bella sfida, un progetto a cui siamo legatissime.
Hai scritto a quattro mani con Costanza Lindi “α-vena”. Ce ne parli?
“α-vena” è una raccolta cui tengo molto, un progetto condiviso con Costanza, amica e autrice che stimo. Il titolo fa riferimento alla spiga d’avena, il cui fusto centrale, metaforicamente., è il contenitore di tematiche comuni che via via, a due a due (come due chicchi, appunto), affrontiamo, ognuna col proprio stile e con la propria sensibilità. Ma forse il nucleo centrale sta nel tipo di tematica scelta: i titoli delle poesie si riferiscono infatti, in chiave evolutiva e insieme ciclica, a tutti quegli elementi del mondo minerale, vegetale, animale che apparentemente non hanno una dignità poetica. Ecco, noi abbiamo voluto raccontare la bellezza di una cimice, di un maiale, di un moscerino, del fango. Bellezza intesa come necessità e armonia del tutto. Una bella sfida, un progetto a cui siamo legatissime.
Come e quando è nata la tua passione per la poesia?
La passione per la poesia ce l’ho avuta dentro fin da piccina, magari ci
sono nata: ho sempre amato le rime, ascoltarle, farmi cullare, come dalle onde
di un mare di grano. Forse è per questo che scrivo in rima: è una mia scelta
stilistica precisa, che richiama a questo amore profondo e lontano nel tempo.
La prima poesia (se tale si può chiamare) l’ho scritta da bambina. Ma questa
passione viscerale per la parola poetica è esplosa in modo forte soltanto
durante l’Università… non è un caso che io abbia scritto la tesi di laurea magistrale
proprio sul mercato della poesia in Italia. E comunque, da allora la poesia mi
ha presa per mano e non mi ha più lasciata.
Qualche
parola sul tuo interessante blog…
Il “Poesiabar” è un piccolo caffè poetico virtuale che mette insieme la
mia passione per la poesia… e quella per il caffè. Al suo interno pubblico
testi miei e aggiornamenti sulla mia attività e sugli eventi che organizzo… ma
soprattutto mi piace dare spazio agli altri, attraverso le
interviste-chiacchierata della sezione “Quanto zucchero?”. Alcuni mi chiedono
se il Poesiabar diventerà mai un luogo reale… chissà!
Progetti di “scrittura” per il futuro? Altri libri vedranno la luce?
Progetti di “scrittura” per il futuro? Altri libri vedranno la luce?
Ho un piccolissimo manoscritto nel cassetto, e poi, visto che amo le
collaborazioni, c’è in cantiere una raccolta a ben otto mani… ma vi terrò
informati!
Sempre a proposito di scrittura, quali generi preferisci? E quali autori?
Sempre a proposito di scrittura, quali generi preferisci? E quali autori?
Amo la poesia italiana contemporanea. Ti faccio qualche nome: Valduga,
Lamarque, Farabbi, Anedda, Gualtieri… e molti altri, anche stranieri, come la
Szymborska, una poetessa unica, capace di coniugare leggerezza espressiva a
versi altissimi. Comunque sono una lettrice curiosa: mi piace andare in
biblioteca e sfogliare i cataloghi alla ricerca di autori sempre nuovi.
Per gli autori non è sempre facile trovare degli editori che fanno bene il loro lavoro. Ci parli del tuo rapporto con Bertoni Editore?
Per gli autori non è sempre facile trovare degli editori che fanno bene il loro lavoro. Ci parli del tuo rapporto con Bertoni Editore?
Bertoni è un
piccolo editore locale, che oltre a
pubblicare gratuitamente organizza iniziative di vario genere sul
territorio ed è molto attivo all’interno della cultura perugina. Abbiamo un
buon rapporto: è presente alle nostre
presentazioni e viceversa ci invita sempre a parlare del libro (e di altre
antologie edite da lui, delle quali siamo autrici) all’interno degli eventi di
arte da lui organizzati.
Di là della scrittura, hai altri progetti?
Di là della scrittura, hai altri progetti?
I miei veri progetti, piccoli, ma importanti (come goccioline nel mare)
sono legati alla poesia, alla sua diffusione. Mi sto impegnando molto in questo
e la risposta delle persone mi spinge a continuare. Per il resto… la vita di
ogni giorno è talmente precaria che non riesco a guardare oltre il dopodomani.
Infine, com’è che hai deciso di accettare questa intervista per il mio blog, visto che lo leggono solo i miei amici?
Beh la poesia ce lo insegna: non è una
questione di quantità!Infine, com’è che hai deciso di accettare questa intervista per il mio blog, visto che lo leggono solo i miei amici?
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